Se osserviamo una racchetta dal lato più breve, possiamo apprezzarne il profilo o spessore (Beam Width), un’altra grandezza da tenere in considerazione nella valutazione dell’attrezzo.

Nella maggior parte delle racchette il profilo varia da 17 a 32 millimetri. Tra due racchette costruite con lo stesso materiale, quella con il profilo più ampio avrà il telaio più rigido, e posto che abbiano la stessa forma, sarà meno aerodinamica.

Parleremo degli effetti della rigidità del telaio nella pagina seguente. Per ora ci limiteremo a notare come le migliori racchette abbiano il telaio sottile perché esso risulterà più sensibile al tocco.

Grandi campioni come Sampras e Federer giocano o hanno giocato con telai di soli 17-18 millimetri di spessore. Giocatori da fondocampo che hanno bisogno di un po’ più di spinta utilizzano racchette un po’ più rigide e spesse, ma non troppo, pena la perdita di sensibilità e di aerodinamicità nel telaio.

 

Alcune racchette moderne vengono fabbricate con un profilo variabile: in pratica il telaio si allarga gradualmente in certe zone e si restringe in altre. Questo viene fatto per rendere la racchetta più rigida in certe zone e più flessibile in altre.

In genere le racchette dal profilo variabile si allargano in testa o al centro del piatto corde, e si restringono nel manico e nel cuore. Questo per consentire una certa deflessione del telaio, mantenendo però più rigido il piatto corde. In questo modo si cerca di ottenere il miglior compromesso tra potenza e controllo.

In particolare, la racchetta dal profilo variabile che si allarga in testa consente di aumentare la rigidità torsionale, cioè di ridurre la torsione del piatto corde che si verifica quando la palla non viene colpita al centro, ma viene colpita più in alto o in basso rispetto all’asse longitudinale.

Occorre fare attenzione al fatto che a volte le case producono modelli di racchette simili nel nome e nel colore, ma che sono sostanzialmente racchette diverse, dal diverso spessore del profilo. Le versioni più pesanti e dal profilo più sottile possono avere nel nome il termine Pro o Tour, mentre la versione più leggera può avere il termine Team.

Il consiglio: Scegliete una racchetta intorno ai 18-21 mm di spessore, e comunque non superate i 24 mm. Evitate i racchettoni dal profilo troppo spesso.

(fonte: http://tuttoracchette.altervista.org)


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Ma allora perché scegliere una racchetta longbody? Perché essa può comportare alcuni vantaggi.

La capacità di generare potenza è evidente soprattutto nel servizio, perché consente di colpire la palla leggermente più in alto, il che risulta utile per scavalcare più facilmente la rete, e dunque rende possibile “sbracciare” con più sicurezza. Dunque, non soltanto più potenza, ma anche un più alto margine d’errore nel fondamentale del servizio.

Inoltre, un telaio più lungo più risultare utile nei colpi in recupero, quando si tratta di allungarsi e arrivare a prendere palle quasi impossibili.

Un altro vantaggio può esserci per i giocatori bimani: dal momento che il rovescio a due mani comporta una minore leva (perché l’asse di rotazione è tra le due mani che impugnano il manico), avere una leva di lunghezza maggiore può essere utile per spingere con più facilità e dunque trovare più profondità nel colpo.

Non risultano invece particolari vantaggi nel dritto, che anzi sembra essere un po’ penalizzato.

In sintesi, fermo restando il fatto che non tutti riescono ad adattarsi ad un attrezzo più lungo, provare un telaio longbody può essere interessante per chi gioca il rovescio o entrambi i colpi a due mani, e per chi ha un servizio potente e può essere propenso a cercare una racchetta che consenta di trarre un ulteriore vantaggio da questo colpo, o magari per chi non è molto alto e vuole provare a guadagnare qualcosa riguardo all’altezza da cui si colpisce la palla.

Tra i professionisti, alcuni giocatori come Moya o Roddick ricorrevano a questo tipo di attrezzo, a volte addirittura di uno o due centimetri più lungo dei 70 centimetri dei normali longbody. Ma va detto che loro hanno la possibilità di provare tutti i telai che vogliono, di farseli costruire in base alle proprie esigenze, ed hanno tutto il tempo per allenarsi e adattarsi al nuovo attrezzo.

Il consiglio: Acquistate una racchetta di lunghezza standard (68,58 cm, massimo 69). Se giocate il rovescio a due mani (o addirittura entrambi i colpi a due mani) e/o volete più potenza nel servizio e avete la possibilità di provare una racchetta longbody, provatela per un po’ prima di acquistarla.

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Per esigenze di chiarezza, nella pagina Inerzia della racchetta abbiamo trascurato il fattore lunghezza, e dunque abbiamo sostenuto che l’inerzia è data dalla distribuzione del peso nel telaio. Per capire le forze in gioco, è bene prendere in considerazione una variabile alla volta, lasciando invariate le altre. Ora dunque possiamo introdurre il fattore-lunghezza, e vedere quale influenza ha sull’inerzia e sulle altre grandezze in gioco.

Come abbiamo visto nella pagina sul Bilanciamento della racchetta, la maggior parte delle racchette viene fabbricata della lunghezza (length) standard di 68,58 centimetri, o 27 pollici (inches). Esistono poi le racchette cosiddette longbody, che misurano 70 centimetri, o 27,5 pollici di lunghezza. Il regolamento del tennis consente l’uso di racchette fino a 29 pollici (73,66 cm), mentre non fissa un limite minimo.

Negli ultimi tempi però si trovano sul mercato anche telai di una lunghezza leggermente superiore a quella standard (ad esempio, 69 centimetri).

Quali sono le differenze tra due telai di lunghezza diversa? Quali effetti produce la lunghezza della racchetta sul gioco? Innanzi tutto, un telaio più lungo comporta una leva più lunga, e dunque una maggiore attitudine alla spinta. A parità di peso e di bilanciamento, una racchetta più lunga avrà infatti una maggiore inerzia rispetto ad una standard. In realtà una racchetta più lunga avrà una maggiore capacità di produrre potenza anche se avrà la stessa inerzia di una più corta, perché anche a parità di velocità angolare, quella più lunga raggiungerà una maggiore velocità lineare nella testa.

Come ormai sappiamo, nella racchetta da tennis le diverse componenti vanno spesso in direzioni opposte, per cui per definire l’attrezzo giusto sarà necessario trovare i giusti compromessi. Se da un lato la maggiore lunghezza comporta una maggiore attitudine alla spinta, dall’altro lato essa comporterà una minore maneggevolezza. Questo è vero soprattutto per quei giocatori che, da sempre abituati ad utilizzare racchette di lunghezza standard, potrebbero avere dei problemi ad adattarsi ad una di lunghezza maggiorata. Naturalmente, pochi millimetri non hanno praticamente effetto, per cui non è facile avvertire la differenza ad esempio tra una racchetta lunga 68,58 centimetri e una lunga 69,2. Ma la differenza rispetto alla longbody da 70 centimetri si avverte eccome. Non a caso si è creato lo standard di lunghezza di 27 pollici, che è stato visto dalla maggior parte dei giocatori come il miglior compromesso tra attitudine alla spinta e maneggevolezza.

 

 

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Il Precision Tuning Centre di PrinceL’inerzia nelle racchette viene calcolata in chilogrammi per centimetro quadrato (kg/cm2), anche se normalmente viene presentata come cifra senza specificazioni.

L’inerzia delle racchette viene misurata da macchine (come l’RDC o Racket Diagnostic Center, della Babolat) in grado di misurare l’inerzia di una racchetta, facendola oscillare e misurando il periodo di oscillazione della racchetta come se fosse un pendolo. La racchetta viene fatta oscillare intorno a 10 centimetri dall’inizio del manico, riproducendo una situazione che si verifica nei colpi a due mani, nei quali l’asse di rotazione si trova tra le mani stesse. Nella realtà, si osserva come nel servizio la racchetta venga spesso impugnata più in fondo per aumentare la leva, e dunque l’asse di rotazione si trova a circa 5 centimetri dall’inizio del manico, mentre nei colpi a una mano si trova a circa 7 centimetri. In realtà il motivo per cui si calcola l’inerzia in questo modo, è che per farla ruotare come un pendolo è necessario legarla in qualche modo al macchinario.

Occorre ricordare che in genere i produttori comunicano l’inerzia del telaio non incordato (dato che spesso si può leggere nel telaio stesso), mentre i tester delle riviste cartacee e online misurano l’inerzia posseduta dalla racchetta incordata, che è superiore al primo dato di circa 25-30 kg/cm2, con delle piccole variazioni che dipendono, come accade per il bilanciamento, dal tipo di corde che si montano (che possono essere più o meno spesse, di diverso materiale, e dunque più o meno pesanti) e dall’ampiezza del piatto corde (che può comportare l’uso di una maggiore o minore quantità di corde). Anche l’eventuale uso del gommino antivibrazioni e dell’overgrip, influendo sul peso finale, possono modificare leggermente l’inerzia della racchetta.

 

Effetti dell’inerzia

Come accadeva per il peso, all’interno del normale range di inerzia posseduta dalle racchette agonistiche attualmente in commercio, non ci sono grosse differenze nella capacità di produrre colpi potenti. Infatti, come per il peso, anche per l’inerzia va detto che al di sopra di un certo valore, essa influisce più sul controllo che sulla potenza: entro certi limiti è possibile ottenere lo stesso risultato in termini di velocità di palla, accelerando maggiormente una racchetta con meno inerzia (che del resto oppone meno resistenza), o velocizzando meno una racchetta con più inerzia (che opponendo una maggiore resistenza sarà più difficile da accelerare).

Un’inerzia elevata aumenta la stabilità torsionale, cioè riduce lo shock dato dal movimento a giro di vite che si verifica quando la palla viene colpita al di fuori dell’asse longitudinale.

Poiché però un bilanciamento elevato aumenta in generale lo shock, dato dal contraccolpo che si scarica sul braccio, occorre fare attenzione a che il dato di inerzia non sia dovuto tanto al bilanciamento spostato verso la testa, ma soprattutto al peso totale della racchetta.

In genere, i giocatori professionisti giocano con racchette dall’elevato valore di inerzia (in genere superiore a 350, ma a volte persino ai 370 kg/cm2).

Il consiglio: scegliete una racchetta che abbia una buona inerzia, almeno di 315 kg/cm(290 non incordata). Scegliete una racchetta dotata di un’inerzia elevata, purché il peso sia compatibile con le vostre possibilità, e il bilanciamento non sia spostato verso la testa (v. le pagine corrispondenti).

(fonte: http://tuttoracchette.altervista.org)


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