Al di là delle preferenze personali, le racchette “a martello”, designate per esprimere la massima potenza con il minimo sforzo, non sono consigliabili, perché sono leggere (e nella pagina sul peso abbiamo visto che le racchette migliori non sono leggere), perché sono rigide (e in seguito vedremo che anche questa non è una buona qualità in una racchetta), ma soprattutto hanno un importante difetto: aumentano lo shock al momento dell’impatto, che alla lunga può causare infortuni.

Se la palla non viene colpita nel centro del piatto corde, infatti, la racchetta subirà dei contraccolpi che ridurranno l’accuratezza del colpo variando l’angolo tra il piatto corde e la pallina, e dunque il controllo, responsabili di quelle che vengono chiamate “vibrazioni cattive” nel gergo tennistico (per distinguerle dalle “vibrazioni buone” legate alla deflessione del telaio). Queste “vibrazioni cattive” (che è più corretto chiamare contraccolpi) vengono assorbite in particolar modo dalle articolazioni del polso, del gomito e della spalla, e possono dar luogo, a lungo andare, a infiammazioni che possono dar vita a dolori cronici, come l’epicondilite (il famoso “gomito del tennista”), l’epitrocleite, o problemi analoghi alla spalla.

(Come vedremo in seguito, nel caso dei colpi decentrati sono da tenere in considerazione sia l’asse longitudinale, che evita il movimento di torsione tipo “giro di vite”, sia il centro di percussione).

Ora, i contraccolpi prodotti dall’impatto della racchetta con la pallina, saranno tanto maggiori quanto più il centro di massa della racchetta sarà spostato verso la testa.

Insomma, queste racchette ultrarigide, ultraleggere e sbilanciate verso la testa, rese possibili dai materiali moderni che sono leggeri e resistenti, anche se consentono di produrre una certa velocità alla palla anche a giocatori non particolarmente dotati di potenza, possono essere pericolose per la nostra salute. Ora, non si vede perché si dovrebbero rischiare dei problemi fisici, che potrebbero portare quanto meno ad uno stop più o meno prolungato nella propria attività sportiva, ricreativa o agonistica che sia, per utilizzare dei telai dai vantaggi dubbi.

(Considerando che le palle sgonfie hanno perso una parte della loro elasticità, e dunque l’impatto con esse risulta più duro, per ridurre il rischio di infortuni è anche utile cambiare spesso le palle e non giocare con palle sgonfie.)

(fonte: http://tuttoracchette.altervista.org)


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