La racchetta per il topspin

Per il gioco in topspin è necessario essere capaci di velocizzare parecchio la testa della racchetta. Dal momento che si intende dare alla palla un certo grado di spinta in verticale per darle una rotazione verso l’alto, c’è il rischio di disperdere energia preziosa per imprimere comunque una buona velocità alla palla: per evitare che la velocità orizzontale della palla e dunque la potenza del colpo cali troppo, è necessario fornire una grossa quantità di energia al colpo. Per questo i giocatori capaci di imprimere alla palla una grossa rotazione verso l’alto, sono dotati di molta forza (o meglio potenza, cioè forza veloce) nel braccio, in particolare nei muscoli del braccio (bicipite) e della spalla, oltre che della capacità tecnica di colpire con un gesto che sia in grado di imprimere una frustata con il polso.

Occorre anche tenere presente che per imprimere una rotazione verso l’alto alla palla, per produrre colpi in topspin, è necessario ribaltare la rotazione della palla che arriva dall’avversario. Infatti, a causa dell’attrito provocato dall’impatto tra la palla e il terreno, essa acquista una rotazione verso l’alto indipendentemente dal fatto che l’avversario abbia voluto o no imprimerne una in tal senso. Dunque, che il colpo dell’avversario sia stato in topspin o piatto, la palla colpirà il nostro piatto corde con una rotazione verso l’alto, ma rispetto alla nostra racchetta la rotazione sarà opposta al nostro topspin, cioè sarà verso il basso. L’unica eccezione è un colpo in backspin che può anche uscire dal rimbalzo senza alcuna rotazione.

Poiché ad essere decisivo per il topspin è la velocizzazione della testa della racchetta, risulta utile per questo tipo di colpo una racchetta non troppo pesante. Infatti l’energia prodotta all’impatto aumenta in modo lineare con la massa, ma aumenta con il quadrato della velocità, per cui fornisce più energia una racchetta leggermente più leggera ma mossa ad una velocità molto maggiore, di una più pesante ma mossa ad una velocità molto inferiore. Per trasferire alla palla una buona dose di energia sarà necessario poi avere un buon dato di inerzia, e dunque il bilanciamento potrà essere leggermente spostato verso la testa, rispetto ad una racchetta classica.

D’altronde i colpi in tospin rendono meno probabile commettere errori nella traiettoria della palla, perché una palla che ruota verso l’alto avrà una traiettoria più alta (la palla passa più in alto sopra la rete, mentre la resistenza dell’aria la fa scendere prima che arrivi in fondo), per cui se nei colpi piatti cercare il massimo della velocità è più rischioso, nei colpi in topspin si può sbracciare con più foga. Per questo, quel controllo che nei colpi classici o dotati di poca rotazione viene dato dal peso della racchetta, qui può essere dato in parte anche dalla particolarità del colpo.

È anche vero che i colpi in topspin aumentano il rischio di colpire il telaio (cioè di “steccare”), perché la palla viene colpita di striscio in modo che possa ruotare sul piatto corde. Per questo può essere utile un piatto corde non troppo piccolo (diciamo dai 95 ai 100 pollici quadrati), e inoltre si può avere l’accortezza di colpire la palla nella parte alta del piatto corde (inteso in senso longitudinale), in modo che scorrendo dall’alto verso il basso non arrivi a colpire il telaio prima di aver lasciato le corde.

Per quanto riguarda lo schema di incordatura, può essere utile un pattern poco denso, ad esempio 16×19 o anche 16×18.

Per quanto riguarda le corde, sarà necessario trovare le giuste combinazioni in termini di tensione, calibro e tipo (rigidità). Il dwell time non deve essere né troppo breve (altrimenti le corde non fanno in tempo ad “arrampicarsi” sulle corde) né troppo lungo (altrimenti la palla potrebbe scivolare via e colpire il telaio). Per un heavy topspin può essere valida la scelta di corde rigide, abbastanza sottili e ad una tensione media.

Comunque, il topspin, come del resto gli altri colpi, non viene da solo, o grazie alla racchetta. Un giocatore dotato di una sufficiente potenza e capacità tecnica, sarà in grado di produrlo con quasi tutte le racchette. Inoltre, entro certi limiti le preferenze sono individuali.

 La racchetta per il backspin

A differenza che nel gioco in topspin, il gioco in backspin (rotazione dall’alto verso il basso, ad esempio nel rovescio slice) richiede una racchetta di tipo classico, dunque dal piatto corde più contenuto, dal bilanciamento più verso il cuore che verso la testa, e dal profilo sottile. Infatti per questo tipo di colpo non è richiesta l’estrema velocizzazione della racchetta che era richiesta nel caso precedente, perché dopo il rimbalzo la rotazione che assume la palla è già quella giusta, o al massimo non vi è alcuna rotazione. Dunque non si tratta di ribaltare la rotazione, ma solo di assecondarla o al massimo di aumentarla.

 La racchetta per il serve & volley

Il giocatore di serve & volley ha bisogno di una racchetta maneggevole, per arrivare bene nelle situazioni in cui c’è poco tempo, e stabile all’impatto nelle volée e negli smash. Dunque deve essere una racchetta classica, dal bilanciamento non troppo spostato verso la testa, e dal peso importante ma non eccessivo, per avere una discreta stabilità all’impatto nei confronti dei passanti dell’avversario, quando non c’è la possibilità di imprimere energia alla racchetta con un’apertura ampia, ma senza perdere in maneggevolezza. È bene che la rigidità non sia elevata, per avere la giusta sensibilità nel gioco.

(fonte: http://tuttoracchette.altervista.org)


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